C'è vita dopo la morte? Cinque persone rivelano ciò che hanno visto

Manuel GarManuel G | 31 Luglio 2020

vita morte

Stiamo cercando questa risposta da tempi immemori ed è ciò che ha dato origine a religioni, teorie e soprattutto tanta speculazione.

«È stato come spegnere la televisione. Un secondo prima tutto funzionava e il seguente mi hanno detto che ero stato gambe all'aria, circondato da medici e infermiere ed attaccato ad una busta di sangue. Mi chiedevano: “Come ti senti?”. Ti abbiamo perso per qualche minuto».Questo è il racconto di un uomo che si è trovato alle porte della morte, ma che è tornato indietro e ora può raccontare la sua esperienza. Si tratta forse della domanda più antica e forse più umana che esista al mondo: “C'è vita dopo la morte?”. Stiamo cercando questa risposta da tempi immemori ed è ciò che ha dato origine a religioni, teorie e soprattutto tanta speculazione. Tuttavia, nonostante le innumerevoli congetture che l'essere umano ha sviluppato nel corso dei secoli, la cruda realtà è che nessuno sa con certezza che cosa succede nella fase del “ti abbiamo perso per qualche minuto”.

Le ricerche in tal senso assicurano che alcuni schemi si ripetono, come la luce bianca raggiante, la sensazione di disconnessione con il corpo, il lungo tunnel o una intensa pace interiore. Anche uno studio dell'Università di New York afferma che la coscienza umana non scompare immediatamente dopo la morte. In teoria, ciò significa che qualcuno potrebbe sentire quando i medici annunciano il suo decesso. Tuttavia questi studi non riportano molte esperienze personali, o per lo meno non le descrivono molto dettagliatamente. Per questo motivo una sezione del portale Reddit raccoglie varie testimonianze: se ciò che viene raccontato sia veramente ciò che accade nel limbo non lo potremo mai sapere, ma di sicuro sappiamo che tutte le storie sono diverse l'una dall'altra.

Uno dei testimoni racconta che cinque anni fa si sottopose ad un'operazione chirurgica importante. Cominciò a sanguinare e per diversi minuti rimase in uno stato di morte clinica. “Mi sono risvegliato in un luogo che sembrava lo spazio, però non c'erano né la luna né le stelle. Non fluttuavo nemmeno, ma ero solo cosciente di essere lì. Non sentivo né freddo, né caldo, né fame, né stanchezza, ma qualcosa di neutrale e pacifico. Sapevo che una luce vicina mi attirava, ma non sentivo alcuna necessità di andare verso di lei in quel momento. Ricordo di aver pensato alla mia vita, però non come se fosse un montaggio o una successione di immagini, ma come se stessi girovagando fra le pagine di un libro. Qualsiasi cosa sia stata, ho ancora paura di morire, però non mi preoccupa ciò che succederà dopo”.

Una visita di una persona cara

Un altro uomo racconta di aver subito un incidente stradale in moto a più di 80 km all'ora. I medici lo avevano dato per morto durante il trasporto in ospedale. “Ricordo solo che ero caduto sulla strada e dopo era diventato tutto nero e silenzioso. Non mi addormentai perché accadde qualcosa di veramente strano: aprì gli occhi e vidi mio fratello seduto vicino a dove mi trovavo. Lui era morto per overdose alcuni anni prima. Guardava il suo orologio e mi diceva qualcosa come 'arrivano subito', però onestamente non ricordo molto di più sull'incidente”.

“Ricordo come se qualcosa mi tratteneva, molto lentamente, come se fosse la corrente di un fiume. Ad un certo punto iniziai a vedere un giardino, senza fiori, solo polvere e terra. C'erano anche dei giochi, con dei bambini, un maschietto e una femminuccia. É difficile da descrivere ma sentivo che potevo rimanere se era ciò che desideravo. Però mi dissi che non volevo abbandonare mia madre e alla fine sono tornato in me stesso. Il cuore era rimasto fermo per sei minuti”, questo è il racconto di un terzo testimone.

Un altro testimone assicura di aver vissuto delle complicanze durante i mesi di trattamento e chemioterapia: “La parte peggiore è come tutto risulti pacifico. È come la sensazione del momento immediatamente successivo a quando spegni la sveglia alle sette del mattino. Puoi spegnerla una o due volte, ma ricordi di dover andare a scuola o al lavoro e che il sogno dovrà aspettare perché ti restano ancora un sacco di cose da fare”.

D'altro canto, ci sarà sempre qualcuno che ha vissuto un'esperienza più normale: “non c'erano luci bianche, né black-out, né sogni, né visioni: mi andava solo di dormire. Secondo quello che mi hanno detto, ho chiesto 10 volte che cosa mi era successo dopo l'incidente”.

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