Significato dei simboli esoterici egizi

Manuel GarManuel G | 23 Novembre 2020

antico Egitto

Ricca di misteri e di grande spiritualità, la mitologia e la cultura degli Antichi Egizi è senza dubbio una parte fondamentale della storia e della civilizzazione.

Al giorno d'oggi sicuramente siamo in grado di comprendere solo fino ad un certo punto i geroglifici che rappresentano gli eventi che accaddero durante l'era dei Faraoni. Detto questo, la conoscenza del simbolismo egizio è fondamentale per comprendere meglio queste epoche storiche.

Quindi, per coloro che si stanno chiedendo quale sia il loro significato, ecco i simboli egizi più importanti e il loro significato:

Ankh

Ankh

In quanto simbolo più diffuso fra gli Antichi Egizi, l'Ankh (conosciuto anche come “croce ansata” tra i cristiani copti) rappresenta la vita e l'immortalità.

Venne utilizzato anche come simbolo di unione fra uomini e donne, rappresentando in particolare l'unione fra Iside e Osiride, che diede origine all'inondazione del fiume Nilo e portò quindi la fertilità in Egitto. Questo è il motivo per cui l'Ankh viene chiamato anche la Chiave del Nilo.

Oltre ad essere utilizzato come simbolo di potere purificatore e vivificante dell'acqua e come simbolo di lungimiranza (la capacità di vedere “più in là”), si pensava anche che l'Ankh fosse la “chiave dell'Eternità”, la “chiave del mondo sotterraneo”.

A volte questo simbolo veniva disegnato nelle pareti del tempio, in quanto si pensava che fornisse protezione divina.

Occhio di Horus

Occhio di Horus

Conosciuto anche come Wadjet (Udjat, Uadjet, Uto, Wedjoyet, Edjo e Uto), il simbolo dell'Occhio di Horus rappresenta protezione, guarigione, buona salute e potere. Si conosce inoltre come simbolo della Luna. Gli Antichi Egizi pensavano che gli amuleti rappresentanti l'Occhio di Horus avessero poteri curativi. L'Occhio di Horus venne utilizzato anche come strumento medico per misurare gli ingredienti mentre si preparavano le medicine curative.

Secondo il mito, Horus e Seth combatterono per rimpiazzare Osiride dopo la sua morte e Seth attaccò Horus ferendo il suo occhio sinistro. Hator (o Toth) curò il suo occhio usando la magia, però Seth offrì l'occhio a suo padre Osiride per riportarlo in vita. Questo è il motivo per cui l'Occhio di Horus è conosciuto anche come simbolo di sacrificio.

L'Occhio della Provvidenza (“l'occhio che tutto vede” massonico) presente nelle banconote dei dollari americani deriva proprio dall'Occhio di Horus.

Occhio di Ra

Occhio di Ra

Esistono diversi miti riguardanti l'origine del simbolo dell'Occhio di Ra. Tuttavia, la maggior parte degli esperti pensa che il simbolo rappresentasse in realtà l'occhio destro di Horus, convertendosi in quello che poi era conosciuto come Occhio di Ra nell'antichità. I due simboli rappresentavano quasi sempre gli stessi concetti. Detto questo, secondo diversi miti, il simbolo dell'Occhio di Ra veniva identificato come la personificazione di molte divinità femminili della mitologia egizia, come Wadjet, Hathor, Mut, Sekhmet e Bastet.

Ra, meglio conosciuto come Re, nella mitologia egizia era il dio del Sole. Pertanto, l'Occhio di Ra simboleggia il Sole.

Uroboro

Uroboro

Nella mitologia egizia l'uroboro era uno dei simboli del Sole, in quanto rappresentava i viaggi di Aten, il disco solare nella mitologia egizia. Oltre a questo, gli urobori rappresentavano la rinascita, la ricostruzione della vita e la perpetuità.

Nel Libro dei Morti, l'immagine del “serpente che mangia sé stesso” o del “serpente che si mangia la coda” è strettamente legata ad Atum, il primo dio che nacque dal caos acquatico del Nun (le acque primordiali da cui ebbe origine la Creazione all'inizio dei tempi) che aveva la forma di serpente che si rinnovava ogni mattina..

Gli Egizi trasmisero il simbolo dell'uroboro ai Fenici che, a loro volta, lo trasmisero alla cultura greca, dalla quale deriva il nome stesso del simbolo.

Conosciuto anche come simbolo dell'infinito, quello dell'uroboro è un simbolo molto utilizzato in tutto il mondo, anche nella mitologia nordica, in cui è conosciuto con il nome di Jörmungandr.

Amenta

Amenta

Il simbolo dell'Amenta nella cultura dell'Antico Egitto rappresentava la terra dei morti (il mondo terreno). Originariamente veniva utilizzato come il simbolo dell'orizzonte in cui si posava il sole. Con il tempo si iniziò ad utilizzarlo per rappresentare invece la riva Occidentale del Nilo, essendo questo il luogo in cui gli Egizi seppellivano i loro morti. Questo è il motivo per cui si pensa che l'Amenta, con il tempo, si convertì nel simbolo dell' Oltretomba.

Scarabeo

Scarabeo

Lo scarabeo è uno dei simboli più importanti della cultura dell'Antico Egitto. Conosciuto anche con il nome di scarabeo stercorario, rappresenta il sole, la rinascita della vita, la resurrezione e la trasformazione.

Vedendo che questi scarabei facevano rotolare delle palline di sterco (loro fonte di alimento), gli Antichi Egizi credevano che questi scarabei ricreassero la vita. Tuttavia, questa credenza derivava dal fatto che confusero le uova deposte e sotterrate nella sabbia dagli scarabei stercorari femmina come la fonte della loro alimentazione. Per questo credevano che questi scarabei fossero capaci di “creare la vita dal nulla”.

Il pilastro Djed

Il pilastro Djed

Il pilastro Djed, conosciuto anche come “la colonna vertebrale di Osiride”, nella cultura dell'Antico Egitto è il simbolo che rappresenta la forza e la stabilità.

Viene generalmente associato a Ptah, il dio della creazione e ad Osiride, il dio dell'Oltretomba e dei morti. Nonostante inizialmente fosse conosciuto come il simbolo di Ptah, il culto di Osiride adottò poi col tempo il simbolo del pilastro Djed. Da questo deriva il fatto che sia noto anche con il nome di “colonna vertebrale di Osiride”.

Gli Egizi credevano che il pilastro Djed fosse in realtà la combinazione dei quattro pilastri che sostenevano i quattro angoli della Terra.

Tiet – Il nodo di Iside

Tyet

Tiet o Tyet, conosciuto anche come il Nodo di Iside o il Sangue di Iside, è un simbolo egizio che assomiglia molto al simbolo Ankh. Anche il suo significato veniva interpretato in maniera analoga a quello dell'Ankh. Si suppone simboleggi la vita.

Veniva identificato con la dea Iside e, utilizzato insieme all'Ankh e al pilastro di Djed, rappresentava la natura duale della vita.

Non esistono informazioni precise riguardo al motivo per cui è conosciuto anche come Sangue di Iside, ma si suppone che la sua origine derivi dal fatto che rappresentasse il sangue mestruale di Iside e i poteri magici che ne derivavano.

Simbolo di Ka o Spirito di Ka

Simbolo di Ka

Fra i simboli utilizzati nei geroglifici, il simbolo di Ka costituisce uno dei simboli più complessi. Questo deriva dal fatto che rappresentava tre concetti spirituali diversi. Ka simboleggiava il fatto di ricevere la vita dagli altri uomini o dagli dei, rappresentava la fonte di questi poteri e il doppio spirituale degli uomini ancora viventi.

La parola “Ka” letteralmente significa “spirito” o “anima” e si pensa rappresentasse l'anima che era stata inalata dalle dee Heket e Meskhenet quando nacquero.

Ka costituiva anche il doppio spirituale che aveva origine alla nascita di ogni essere umano: questo spirito viveva ma non moriva con la persona; continuava invece a vivere dovunque potesse continuare a farlo, ovvero ogni qualvolta riusciva a trovare un corpo nel quale sopravvivere. Questo era uno dei principali motivi per cui gli Antichi Egizi mummificavano i loro morti. Si pensava infatti che, se il suo corpo si fosse decomposto, la persona perdeva la possibilità di avere una vita eterna, in quanto avveniva così la morte del suo Ka.

Ba

Ba

Costituito da una forma di uccello (di un falco, nello specifico) con testa umana, il simbolo di Ba si trovava all'entrata o uscita delle tombe o accanto ai corpi mummificati.

La parola “Ba” può essere interpretata come “anima” o “spirito”, anche se “manifestazione spirituale” dovrebbe essere la traduzione più precisa. Questo si deve al fatto che Ba era conosciuto come parte dell'anima nelle antiche credenze egizie. Più precisamente, si credeva che Ba fosse il carattere unico di un oggetto.             Questo è il concetto che si avvicina di più al significato di “personalità”, mancando la parola esatta. Secondo questa credenza, anche un oggetto inanimato poteva avere un Ba.

Come si trova scritto nei testi di Coffin, il Ba nasceva dopo la morte di una persona e si univa a Ka, l'essenza della vitalità nella vita futura, Al contrario, alcuni credevano che avesse origine ancor prima della morte e che sopravviveva ad essa. Il famoso egittologo Louis Žabkar suggerì che Ba fosse la persona stessa che resuscitava dopo la morte.

La piuma di Maat

La piuma di Maat

La piuma di Maat o Ma'at è uno dei simboli egizi più comuni usati nei geroglifici. La dea Maat rappresentava la giustizia nella cultura egizia e la piuma di Maat può essere inserita nel contesto del “garantire la giustizia” nelle iscrizioni antiche. Questo si deve al fatto che gli antichi egizi credevano che, nel momento in cui l'anima entrava nel Duat, il suo cuore venisse pesato insieme alla Piuma di Maat nel Salone delle due Verità. Se il cuore era più leggero o pesava quanto la Piuma di Maat, allora significava che si trattava di una persona virtuosa che poteva andare nell'Aaru (il paradiso governato da Osiride). In caso contrario invece il suo cuore veniva mangiato da Ammit, la dea che si cibava dell'anima, condannando il defunto a rimanere nel regno degli Inferi per sempre.

Deshret

Deshret

Deshret, conosciuta anche come la Corona Rossa d'Egitto, è il simbolo che rappresenta il Basso Egitto, le terre appartenenti alla dea Wadjet. Viene utilizzato anche come simbolo di Kemet, le terre fertili all'interno del territorio di Set.

Hedjet

Hedjet

Hedjet, la Corona Bianca, era una delle due corone d'Egitto che rappresentava il regno dell'Alto Egitto. Si combinava con la Corona Rossa d'Egitto, per formare il Pschent, la doppia Corona d'Egitto che rappresentava il Paese unificato.

Pschent

Pschent

Pschent era la Doppia Corona d'Egitto composta dalla Corona Rossa e dalla Corona Bianca, Deshret e Hedjet, che rappresentavano, rispettivamente, il Basso e l'Alto Egitto. Rappresentava l'unità dell'Egitto e il controllo del Faraone su tutto il Paese.

L'anello Shen/ Shenu

anello Shen

Shen è il cerchio a forma di spirale che nell'antica cultura egizia rappresentava la divinità. Veniva utilizzato soprattutto in Mesopotamia e in Egitto. Il simbolo, che originariamente aveva la forma di un cerchio, a volte veniva utilizzato come elemento decorativo all'esterno degli scudi. Questo tipo di utilizzo intendeva rappresentare la protezione divina. Ovvero, la persona il cui nome veniva inciso dentro il simbolo di Shen, soprattutto se un re o comunque un reale, secondo la credenza  veniva protetta dagli dei.

Ureo il cobra

Ureo il cobra

Derivante dalla parola “iaret” che significa “il resuscitato”, Ureo è un importante simbolo dell'Antico Egitto costituito da un cobra in posizione eretta. Il simbolo di Ureo rappresentava la connessione fra gli dei e i re come i Faraoni, alcuni dei quali venivano identificati con il simbolo di Ureo che utilizzavano. Ureo simboleggiava inoltre l'autorità assoluta e il potere degli dei e dei Faraoni.

Si pensava che per poter conferire i poteri magici e garantire la protezione magica all'utilizzatore, questo simbolo dovesse essere portato con sé sotto forma di amuleto.

Seba

Nell'Antico Egitto Seba era il simbolo della stella e rappresentava le stelle divine o costellazioni.

Nella mitologia egizia, le stelle venivano chiamate “seguaci di Osiride”, poiché venivano identificate con le anime dei morti nel Duat, l'Oltretomba. Quando viene disegnato all'interno di un cerchio, il simbolo di Seba rappresenta il Duat.

Scettro e flagello – Hekat e Nekhekh

Hekat e Nekhekh

Il simbolo dello scettro del pastore nell'antica cultura egizia era il simbolo del potere dello Stato sul popolo. La parola “Hekat”, che è anche un epiteto di Osiride, significa infatti “governare”.

In modo analogo, il flagello Nekhakha veniva considerato come il simbolo del potere reale. Il rinomato egittologo Toby Wilkinson suggerì che il simbolo del vortice rappresentava il potere coercitivo e il controllo del re sui suoi sudditi.

Menat

Menat

Strettamente legato ad Hathor e Ihy, suo figlio, Menat era conosciuto come il simbolo della dea Hathor. Infatti “il grande Menat” era uno dei nomi di Hathor. Il simbolo di Menat rappresentava vita, fertilità, nascita, rinascita, potere e allegria. Gli Egizi portavano degli amuleti con questo simbolo sperando che conferissero loro prosperità, fertilità e fortuna.

Scrivi qui il tuo commento